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UNA RISPOSTA AL PROF. MONTANARI

 

Nell’articolo “Nessuno tocchi Anna Frank“, pubblicato su Il Venerdì de La Repubblica del 26 luglio 2024, il Prof. Tomaso Montanari invita tutti a vedere in Anna Frank non un’avversaria – come fa chi imbratta per sfregio la sua immagine paragonandola allo Stato di Israele – ma una potentissima alleata di chi abbraccia la causa palestinese. Anna Frank, con la sua morte ingiusta nella Shoah, costituirebbe, secondo il rettore dell’Università di Siena, un simbolo di denuncia contro ogni persecuzione collettiva e, in particolare, contro il “genocidio” (sic!) dei palestinesi e il  “violento colonialismo” in atto perpetrati grazie alle scelte criminali dello Stato di Israele.

 

Riproponendo la reiterata analogia tra Israele e il nazismo e indicando in un unico simbolo l’oscena affinità tra le vittime di ieri e i “carnefici” di oggi, Montanari torna ad abusare di un copione che ricorre provocatorio e offensivo. Montanari, ciò che Lei scrive non è una novità, abbiamo già visto tante volte sui muri e sui cartelli Anna Frank con la kefiah, e anche Gesù. I simboli non devono essere maneggiati ad uso proprio, perché si rischiano errori grossolani o, peggio, la manipolazione e il revisionismo della Memoria; inoltre, attenzione, il loro uso non esime dall’analisi rigorosa di situazioni complesse, come quella del conflitto in medio-oriente che nulla ha a che fare con il nazismo.

 

Sono secoli che la cultura ebraica viene manipolata, usata da più parti come fonte di ispirazione per intraprendere nuove avventure dell’umanità, che immancabilmente nascono in opposizione o in affinità all’ebraismo stesso. L’ebraismo  è usato, copiato, manipolato, stravolto nel suo significato, criticato, discriminato, perseguitato; solo raramente la sua paternità viene pienamente riconosciuta, nella sua facies caratteristica e condizione originaria, ma questo parziale e temporale riconoscimento complessivo si trasforma spesso in una nuova forma di opposizione all’ebraismo o di discriminazione antiebraica.

 

Alcuni esempi palesano ciò che nasce in opposizione e in aperto contrasto all’ebraismo.
Il cristianesimo con i suoi ghetti, le crociate, l’inquisizione, gli editti di espulsione, le bolle papali, la scoperta dell’America, il genocidio degli indiani d’America e degli Africani, la schiavitù,  i pogrom, fino alla destra con le leggi razziali e la Shoah; Noi Ebrei Socialisti ne rigettiamo ogni legame e vincolo.
L’Islam con i molteplici esempi, talvolta di felice e fortunata convivenza fra ebrei e musulmani, talvolta di discriminazione antiebraica, fino alla deriva autoritaria e antisemita di alcuni rappresentanti che oggi degli ebrei vogliono lo sterminio e dell’ebraismo la distruzione.

 

Altri esempi palesano ciò che nasce in analogia o addirittura in affinità all’ebraismo.
La Sinistra con l’idea di rivoluzione e autodeterminazione tratta dall’esperienza ebraica di Pesach, la creazione dei tribunali, lo shabbat (il giorno di riposo settimanale per tutti), la Resistenza  alle persecuzioni, le regole di equità sociale e ambientale, la conquista dei  diritti civili, delle minoranze e dei lavoratori, il Socialismo. La Sinistra, che nasce con l’ebraismo e dall’ebraismo, oggi si sta trasformando in una nuova forma di contrasto all’ebraismo e di preoccupante pratica di antisemitismo.

 

Tutto questo, e molto altro ancora, fino alla politica attuale, con politici e capi di governo che gareggiano trascinando ebrei ed Israele nei propri discorsi propagandistici, stravolgendo e distorcendo il contesto originario. Continua così ad alimentarsi ciò che viene chiamata “questione ebraica”, il complesso di vicende legate alla presenza del popolo ebraico nel mondo e ai relativi pregiudizi e odi che, complessivamente, hanno provocato persecuzioni, lutti, infelicità e milioni di morti.

 

Sono secoli che anche i simboli ebraici vengono usati e manipolati per accusare gli ebrei costretti, per esempio, ad indossare la stella gialla come contrassegno negativo. Sia chiaro, una volta per tutte, che questi simboli rappresentano, senza distinzioni, tutto il popolo ebraico, ovunque esso viva, nella diaspora o in Eretz Israel. Ogni tentativo di separare gli ebrei da Israele è una nuova forma di manipolazione.

 

Prof. Montanari, cambi cliché, rispetti Anna Frank e i nostri cari defunti, non manipoli la Shoah e la nostra Memoria; inventi qualcosa di nuovo, magari un nuovo simbolo e nuovi nemici, mentre Noi Ebrei Socialisti reiteriamo la nostra richiesta di incontrarLa, che oggi rendiamo pubblica, certi come siamo che sia possibile con Lei chiarire che l’antisionismo è antisemitismo.

 

NES Noi Ebrei Socialisti Gherush 92