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YALTA È MORTA VIVA YALTA

YALTA È MORTA VIVA YALTA

Le due guerre mondiali sono deflagrate principalmente per l’impantanarsi del sistema economico occidentale e per una serie di motivazioni volte alla conquista di nuovi territori, soprattutto dalla Germania (la prima guerra mondiale coinvolgeva ancora la Prussia).

L’epicentro era collocato nel vecchio continente, in zone ad alta instabilità come i Balcani, da sempre una polveriera. Fin dai tempi di Filippo il grande di Macedonia (padre di Alessandro Magno) luoghi irrequieti e portatori di tensioni.

Altra zona da sempre nell’occhio del ciclone era ed è il Medio Oriente dove convivono in armi una serie di popoli ed etnie, per nulla disposte alla reciproca sopportazione o, con termine meno forte, convivenza.

In alcuni luoghi particolari (come Gerusalemme) si aggrovigliano e si aggiungono problematiche di ordine religioso e questo complica notevolmente le cose.

La conferenza di Yalta, come noto, si svolse dal 4 all’11 febbraio 1945 a Livadja, località a tre km da Yalta, in Crimea, tra Inghilterra, Stati Uniti e Russia. Vennero definite le zone di influenza e furono gettate le basi per la trasformazione della Società delle Nazioni in Organizzazione Nazioni Unite (ONU), che si sta rivelando peggiore della “Società madre”.

Restarono fuori dall’accordo alcuni paesi del Nord Africa, tra cui Libia, Eritrea, Somalia ed Egitto ed il Medio Oriente propriamente detto, che  fu posto sotto i protettorati di Francia e Inghilterra. Questa incertezza ha fatto del Medio Oriente una terra di scontri e di intrighi: lo scenario ideale dove l’Occidente e la neonata Unione Sovietica hanno combattuto (e tuttora combattono) la loro “guerra fredda”.

Notiamo che in concomitanza di ogni invasione russa è corrisposta una guerra tra paesi “arabi” e Israele: nel 1956 ci furono l’invasione russa dell’Ungheria e la crisi di Suez e negli anni 1967 e 1968, la guerra dei sei giorni e l’invasione russa della Cecoslovacchia.

Altra zona instabile era (ed è) l’America Latina dove la CIA sponsorizzò e favorì dittatori alla Pinochet; mentre in Grecia si apriva l’era dei cosiddetti colonnelli.

Gli Stati Uniti, quindi, che passavano per essere la democrazia assoluta, fuori dai loro confini cercavano di circondarsi di stati vassalli governati da regimi forti e molto spesso crudeli.

Premesso che gli Stati Uniti d’America, contrariamente alla Cina, alla Russia e all’Europa, sono un popolo senza storia, vediamo di capire come siamo arrivati ai giorni nostri.

La democrazia è bella, ma fragile come un vaso di cristallo perché vive su meccanismi (teoricamente) fondati sul rispetto reciproco e sulla limitazione delle libertà personali in favore della libertà di tutti ed è soggetta agli attacchi di gruppi o partiti che mirano solo al potere. È un meccanismo di civiltà, avente come scopo anche il benessere delle classi più deboli.

Questo, però, cozza molto spesso con i meccanismi economici e, in definitiva, coi potentati economici che vanno cercando stabilità.

Negli ultimi sedici anni gli Stati Uniti hanno avuto tre presidenze democratiche (Obama due volte e Biden) e una repubblicana (Trump 1).

La politica economica e la gestione delle situazioni esterne operate dai democratici sono state una frana ed abbiamo assistito anche ad un vergognoso abbandono dello scenario afgano, che ha comportato il ritorno al potere dei talebani, con rinvigorimento del “sistema” Islamico mondiale.

La debolezza del sistema America in Medio Oriente ha visto il rinforzarsi della Russia, l’entrata silenziosa della Cina sia in Asia che in Africa e l’aumentare a dismisura del fenomeno migratorio.

Ecco alcuni dei motivi per cui Trump andò al potere la prima volta e perché è tornato. Innanzi tutto ha sconvolto tutti gli equilibri interni ed esterni e, poi, non riconoscendo la vittoria di Biden ed avendo comunque la maggioranza al Senato ha reso a quest’ultimo la vita impossibile.

Il suo primo mandato si concluse con l’assalto al Campidoglio e il suo secondo si è aperto con la grazia accordata agli “insorti” che avevano compiuto quell’assalto blasfemo.

Trump è inaffidabile e dedito solo agli “affari”, non per niente una delle frasi con la quale ha inveito contro Zelensky è stata: “così non facciamo affari”.

È evidente il suo legame con Putin, già intessuto nel primo mandato e che ora è deflagrato con l’assalto verbale al Presidente Ucraino e alla sua cacciata senza senso dalla Casa Bianca.

Quello che è intollerabile è il suo (e del vice Vance) modo di trattare l’ospite: come degli arroganti nobili inglesi avrebbero trattato un maggiordomo da licenziare.

L’Europa, che si arroga il diritto di riscrivere la storia del Medio Oriente, è rimasta ammutolita e sta mostrando una volta di più le sue fratture interne e interessanti anche ogni singolo paese. Putin gongola e gli altri paesi che facevano affari o dipendevano in qualche modo dagli Stati Uniti ora devono fare i conti con uno che non è più il Presidente di uno stato amico, ma un despota a tutto campo, che tiene bordone ad un altro despota all’altro lato del mondo.

Come dice Cicerone: mala tempora currunt…! Il peggio è che ogni sasso che rotola su un versante innevato rischia di provocare una valanga,,,!

Marco Del Monte, ingegnere