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SESSO E PSICHE, TRASGRESSIONE E AGGRESSIVITÀ

  • Opinioni

Da cinquecento giorni il mondo vive sotto choc, dove per mondo intendo tutti, viste le catastrofiche reazioni al di qua e al di là delle barricate.

Che l’Iran, attraverso i suoi proxies, stesse architettando qualcosa di apocalittico nessuno lo poteva immaginare, ma tutti hanno trascurato il fatto che Hamas stesse preparando per suo conto e, probabilmente non avvertendo neanche il suo sponsor, l’annientamento del suo nemico Israele.

Non ha preparato una trappola, ma le sabbie mobili, attirandoci tutti verso la catastrofe (termine arabo nàkba). Ho letto da qualche parte che Sinwar si è laureato mentre era detenuto in Israele, proprio in psicologia. Non sono sicuro della specializzazione, ma gli effetti sono quelli studiati proprio da un luminare di tale disciplina.

E, per rincarare la dose, ha scritto pure un libro che i giovani palestinesi d’Italia, appoggiati dai vari gruppi propal pretendono che sia illustrato alla Sapienza di Roma e, ovviamente, in altre città.

Sinwar è entrato nella testa, nel sangue di tutti noi ed ha agito programmando ogni attimo presente e futuro, andando a violare l’intimità di Israele e stravolgendo le menti degli occidentali ipocriti e piagnoni.

Si è appropriato, innanzi tutto, della mente di Netanyahu, anticipandone ogni mossa; ha portato al macello circa cinquantamila dei suoi “sudditi”, stando ai conteggi del fantomatico Ministero della salute di Gaza, sacrificati per la causa con effetti devastanti per noi Ebrei.

È partito dalla differente visione del valore della vita tra Ebrei e Musulmani, passando per le usanze funebri dei due antagonisti, per il valore e il rispetto della donna e,  last but not least, il valore del sesso nella psiche dei fedeli delle due religioni.

Sapeva che infliggendo un colpo a tutti questi valori, la sonnolenta Israele di questi ultimi anni avrebbe reagito in modo scomposto e, in un certo senso, sproporzionato sollevando l’ipocrita occidente contro l’intera entità ebraica mondiale.

Ordinare ai propri “militanti” di usare il sesso come arma è stata la cosa meno attesa e invece proprio la diversità di approccio al problema doveva essere prevista.

L’Islam chiude la donna “in scatola” e la sottrae alla vista, giustificando la cosa con il rispetto per lei e, invece, è come chiuderla in una caverna portatile, risalendo alle abitudini in voga nella preistoria.

Questo solletica il gusto del proibito, di cui siamo vittime fin da bambini. Io mi ricordo che al compimento del diciottesimo compleanno, mio padre mi disse “adesso puoi fumare” e io gli risposi “adesso posso smettere”.

L’obbligo di nascondere le forme femminili accende un desiderio morboso che, quando viene ad essere sollecitato, trascende l’umano e scivola nel senso del possesso fisico, naturalmente da sfogare su donne e uomini non musulmani.

Faccio notare che in molte società, specie fra i religiosi, il fenomeno della pedopornofilìa è solo apparentemente represso, quando invece è fortemente diffuso.

Ai tempi di Gesù c’era la setta degli Esseni, che quasi si nutriva fisicamente di questa “malattia”; che si ripete nei seminari cattolici, così come tra i monaci del monte Athos, che costituiscono una repubblica monastica. Questi esempi dimostrano che dove c’è repressione degli impulsi corporei, il fenomeno è diffuso e palpabile.

Sono già due anni che sentiamo parlare di aggressioni sessuali di massa nella notte di capodanno, in alcune città europee (tedesche ed italiane in particolare), ma nessuno, per malcelato rispetto, affronta il problema.

Piccola parentesi: il fratello più grande di Papa Ratzinger, anche lui prelato di alto rango, fu accusato di aver coperto questa piaga e sicuramente, suo fratello fu costretto alle dimissioni per questo, mentre è cosa nota che la motivazione vera fu quella di aver tenuto la lectio magistralis di Ratisbona, in cui, sia pure in maniera consona al suo stile di fine teologo, attaccava l’Islam…!

Il 7 ottobre abbiamo visto il distillato di questa teoria, a cui si è aggiunta la profanazione dei corpi con mutilazioni varie (in primis gli organi genitali), in modo da non consentire neanche una sepoltura ebraica, dovuta al fatto che il corpo va seppellito integro.

Abbiamo letto, con raccapriccio, che, oltre al Corano e al Mein Kampf, i barbari avevano in tasca un biglietto con su scritto in ebraico “spogliati”, ovviamente per facilitare le operazioni sessuali sulle vittime.

Noi occidentali non consideriamo, poi, il punto debole dell’Islam che bandisce ufficialmente gli omosessuali, non ammettendo che invece la coercizione dell’uso dei vari burqa e derivati, favorisce pure un’omosessualità attiva maschile, che si estrinseca nella violenza più pura.

Inoltre, gli Ebrei, dai loro testi sacri sono definiti cani e scimmie, cosicché un rapporto con loro costituisce per l’islamico una soddisfazione al desiderio di bestialità che pure Dante Alighieri contempla e punisce.

Nel mondo occidentale e, segnatamente, in Israele, la parità dei sessi è molto avanzata (anche se ancora non compiuta) e l’esposizione del corpo femminile è consentita e ammirata senza trascendere, mentre nei paesi musulmani tutto ciò è proibito drasticamente, il che, come ho detto, accende e quasi “glorifica” la violenza esercitata sui nemici.

Sinwar aveva studiato tutto questo, forse addirittura tenendo a mente il brano di Toràh che racconta della violenza subita da Dina, unica figlia femmina di Giacobbe. I fratelli Simeone e Levi la vendicano sterminando l’intera tribù del violentatore.

Giacobbe li rimprovera, ma si sente rispondere: e noi dovevamo consentire che nostra sorella fosse trattata da “zonà (prostituta)”…?

Questi versi sono il condensato di tutto ciò che è stato, da questo punto di vista, il 7 ottobre.