Vai al contenuto

SOTTOMISSIONE

  • Opinioni

SOTTOMISSIONE

Ieri abbiamo preso in considerazione i contrasti ancestrali che oppongono gli Ebrei ai Cristiani ed ai Musulmani, oggi cerchiamo di evidenziare i motivi per i quali l’Occidente Cristiano si sta arrendendo all’Islam senza reagire.

Alla fine della seconda guerra mondiale vanno in disfacimento gli imperi coloniali, essenzialmente inglese e francese.

Mentre il primo aveva interessi sostanzialmente al di fuori del Mediterraneo, l’impero francese era costituito da molti paesi affacciati su questo mare (Algeria, Tunisia, Libano), mentre altri paesi come Libia, Somalia, Eritrea erano italiani ed avendo l’Italia perso la guerra si trovarono liberi e facile preda dei vincitori della G.M., segnatamente la Francia.

Gaza rimase una provincia autonoma dell’Egitto, mentre la Cisgiordania e la Giordania divennero un protettorato inglese.

Gerusalemme, che è sempre stata una città multietnica e multiculturale, si trovò anch’essa a far parte del protettorato britannico.

L’influenza del Gran Muftì, alleato di Hitler e nemico giurato degli Ebrei, divenne ossessiva e foriera di lotte e di persecuzioni. Questo capo religioso continuò a perseguire il sogno hitleriano in ogni modo possibile.

Lo abbiamo visto anche in questo anno durissimo, dove quello che stanno facendo Iran, Hamas ed Hetzbollàh sembra l’esatta continuazione degli obiettivi del Terzo Reich: i ragazzi hanno in una tasca il Corano e in un’altra il Mein Kampf.

Ma torniamo al problema iniziale: la Francia è il paese a più alta densità di cittadini francesi di religione musulmana, provenienti dalle ex colonie e molti, quindi, di seconda e terza generazione.

Anche l’Inghilterra, l’Italia e la Germania ormai sono oggetto di un’invasione silenziosa essendo questi immigrati entrati nei gangli della società occidentale, dove si sono appropriati di settori vitali dell’economia: a Roma, per esempio, il commercio di fiori, frutta e verdura, lavaggi e garage per le auto sono completamente in mano ad egiziani.

Assistiamo perciò ad una resa quasi incondizionata della cultura giudaico-cristiana che è alla base della vita dei paesi occidentali, come ha magistralmente scritto Papa Ratzinger, che ha pagato per questo, essendo stato costretto a dimettersi dal soglio pontificio.

L’attuale Papa è da sempre schierato sulla politica dell’integrazione degli immigrati, da lui considerati tra i miseri dell’umanità, mettendo a disposizione un’arrendevolezza a volte incomprensibile, ignorando che invece sono in grado di condizionare l’economia dei paesi

Non riesco a farmi una ragione del fatto che in certe scuole non si legga più la Divina Commedia perché alla nona bolgia (seminatori di odio e di zizzania), canto ventottesimo si parla di Maometto, oggetto di una ripugnante punizione.

Ho visto personalmente qualche anno fa degli immigrati islamici profanare la chiesa di S. Petronio in piazza Maggiore a Bologna, dove è raffigurato Maometto all’inferno, mentre sul Foglio di ieri, a firma di Giulio Meotti, si parla di studenti islamici che gettano i crocifissi dalle finestre.

Molte scuole chiudono il giorno della fine del Ramadàn e durante questo mese non interrogano gli studenti musulmani, rallentando i programmi; si vedono palestre e piscine divise tra maschi e femmine, mentre mi ricordo la gioia di aver frequentato delle classi miste alle medie e al liceo, cosa che non sarà più possibile, andando avanti di questo passo.

Personalmente considero tutto ciò una tragedia, perché quando si rinuncia alle proprie radici il futuro non può che essere quello di una resa totale, favorita da una arrendevolezza che chiude gli occhi di fronte a una realtà divenuta ineluttabile.

Non ci si può meravigliare, quindi, se negli ultimi anni e, in particolare dopo il 7 ottobre, Hamas ha ripreso l’eredità della propaganda nazista, raccogliendone il testimone e migliorando la propaganda stessa grazie ai social e ai mezzi di comunicazione ora disponibili.

Giovedì, per esempio, a piazza del Pigneto a Roma, dei normali (apparentemente) cittadini hanno montato un maxischermo dove Al Jazeera ha trasmesso in diretta da Gaza la consegna delle quattro bare nere con all’interno i fratellini Bibas, barbaramente uccisi; la cosa tragica è che il pubblico presente inneggiava ad Hamas lodandone le gesta.

In certe zone di Parigi, Londra, Roma ci sono dei quartieri dove non vige più la legge nazionale, ma la sharìa, con annessi burqa e derivati.

È capitato a degli amici che alla cassa di un supermercato sono stati apostrofati in malo modo perché stavano in fila con delle donne: incredibile, ma vero.

C’è inoltre da sottolineare che le ultime rapine o attentati vengono eseguiti da islamici armati di coltello sacrificale, così come chiedono i testi sacri musulmani e questo, secondo me, non è un caso.

Gli unici che si oppongono a tutto ciò sono gli Ebrei, mentre la maggioranza dei Cristiani, ormai, dà per scontato tutto ciò e non solo non si ribella, ma favorisce il fenomeno, dal che non resta che prendere atto che tra qualche anno vedremo la bandiera nera dell’Isis sventolare sulla cupola di S. Pietro.

Il padre della lingua italiana si starà rivoltando nella tomba.

Per concludere un’amenità: sempre dal Foglio di ieri si apprende che un preside ha sostituito la lettura della Divina Commedia di Dante con il Decamerone di Boccaccio, forse ignaro del rapporto malato che ha l’Islam nei confronti del sesso, vediamo se qualcuno se ne accorgerà.

Marco Del Monte, ingegnere

P.S.

Torno brevemente su due concetti che riguardano Ismaele; il primo è che i musulmani ritengono che sia stato vittima di un sopruso, da addebitare ad Isacco che prende il suo posto di primogenito; il secondo  è che il popolo ebraico dovrebbe ammettere di aver compiuto questo sopruso, a causa del quale Ismaele si allontana da Abramo unendosi a tutti i nemici di Abramo, compresi i discendenti di Amalec e i filistei di Gaza.

Amalec è considerato il male assoluto perché è il primo ad attaccare il popolo di Israele inerme all’uscita dall’Egitto. A proposito di Amalec, dalla Toràh (Bereshit, cap 36), si apprende che era nipote diretto di Esav e nato da una doppia violenza in una unione illegittima (Timnà divenne concubina di Elifaz, figlio di Esav, e gli generò Amalec). Elifaz con i suoi figli va a vivere nel paese di Edòm.

Da interpretazioni rabbiniche Edòm diviene il simbolo di Roma e, quindi, del Cristianesimo.