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Proporzionalità

  • Opinioni

Mano a mano che i giorni passano, ognuno di noi cerca di dare il suo contributo per cercare di  chiarire la scomodissima posizione in cui si trova Israele.

Nel 2009, scrivendo sulla giornata della Memoria, avevo ipotizzato la rinascita dell’antisemitismo, il distacco dell’Occidente e l’emergere del fastidio che questa giornata recava con sé; non ho nessuna soddisfazione a dire che avevo ragione.

L’Occidente da quasi due decenni, quando non sa più cosa dire tira fuori sempre la stessa litanìa: Israele deve potersi difendere, ma le sue azioni non devono essere sproporzionate.

Diciamo, preliminarmente, che ogni governo d’Israele che si è succeduto nella conduzione della politica interna ed internazionale, sia stato esso di sinistra, centrosinistra, centro destra o destra estrema come l’attuale, si è trovato a dover affrontare una guerra e varie intifade.

A volte, come per questa guerra di cui ancora non si vede la fine, sembra che il governo non ne abbia azzeccata una, mentre il regista della controparte, che pare non partecipare alle vicende, vede l’attuarsi del suo piano perverso.

Se il primo obiettivo che si prefiggeva era quello di dividere il campo avverso, non resta che prendere atto che ci sta riuscendo alla grande, sia sul fronte interno allo Stato di Israele, che nei paesi della diaspora.

Qui in Italia, per esempio, i movimenti che si muovono sono infiniti: sinistra per Israele, 7 ottobre, fondazioni, innumerevoli chat, blog, etc., tutto facilitato dal governo Netanyahu, divisivo e spesso arrogante e che, tra le tante cose che ha ignorato, c’è proprio quello della proporzionalità tra azione e reazione, tra quadro reale e sceneggiate varie.

Il quotidiano Libero online di oggi afferma che da quando è cominciata la restituzione degli ostaggi, la falsità delle argomentazioni di Hamas e soci sta venendo alla luce, incrinando la solidità del blocco terrorista e suggerisce ad Israele di infilare metaforicamente i suoi cunei in queste fratture.

Dico, per curiosità, che il “cuneo” è stato inventato dai genieri romani per far crollare le mura nemiche, le porte, i ponti… questo strumento era una gigantesca zeppa che si infilava in una piccola fessura e a forza di colpi inferti da un manipolo di schiavi entrava sempre più all’interno del manufatto e grazie al principio di proporzionalità delle forze in gioco raggiungeva lo scopo.

Tornando al momento attuale, Hamas è entrato in azione dopo un anno di manifestazioni nelle piazze israeliane, contro la riforma della Corte Suprema, che avrebbe aumentato a dismisura i poteri del governo, il che ha mostrato un paese fragile e aggredibile.

La notizia che molti riservisti si sarebbero rifiutati di presentarsi al fronte ha fatto credere ad Hamas che era il momento di esercitare la maggiore pressione possibile.

Quindi l’azione doveva essere scioccante e il colpo è stato duro, mentre la cattura di ostaggi ha impedito ad Israele di esercitare la sua forza al massimo; ma Hamas non aveva considerato che Israele è una famiglia che nelle difficoltà si ritrova sempre dalla stessa parte.

Nel frattempo una gran parte della Gaza all’aria aperta andava in frantumi, risvegliando le varie autorità internazionali che hanno cominciato ad accusare Israele di dar luogo a una reazione “non proporzionata” di fronte a un povero popolo composto per lo più di donne incinte, vecchi, malati e soprattutto bambini.

Israele, quindi, stava commettendo un genocidio, mentre questa armata Brancaleone uccideva quasi mille soldati israeliani, oltre ai più di mille uccisi a sangue freddo all’inizio del conflitto.

Il mondo ha voluto crederci, finché Hamas non ha esagerato, mettendo in scena la farsa della riconsegna centellinata di ostaggi.

Molti miei amici non ebrei mi hanno chiesto il motivo della sproporzione tra il numero di detenuti nelle carceri israeliane e quello degli ostaggi; ho risposto che per noi vale il principio della vita delle persone, che non ha prezzo, ma non sono stato molto convincente; la risposta è stata che nessuno avrebbe mai accettato un principio simile.

La dimostrazione è che alcuni di questi signori rimessi in libertà sono stati di nuovo imprigionati per crimini nuovi di zecca.

C’è poi la sproporzione tra quello che ha messo in scena Hamas e la discrezione di Israele che ha quasi nascosto gli uomini che rilasciava: invece avrebbe dovuto esibirli, così come ha fatto Hamas per far vedere il numero, ma soprattutto le condizioni fisiche.

Sono poi riapparse le uniformi, scintillanti e ben stirate, con i mitra lucidati a nuovo di fronte e in mezzo a una folla festante e minacciosa nello stesso tempo.

Infine, mentre Israele si stava difendendo pure dall’accusa di genocidio, il vecchio-nuovo Presidente Trump ha invaso la scena, facendo la voce grossa per ottenere la fine delle due guerre (Ucraina e Medio Oriente).

Dobbiamo metterci in testa che gli USA hanno a cuore i rapporti con la Cina e presto, molto presto abbandoneranno l’Europa e il Medio Oriente al loro destino.

Eccolo dunque pronto addirittura a riallacciare i rapporti con la Russia di Putin e il primo incontro è previsto in Arabia Saudita, perché Trump vuole che questo paese resti un fidato alleato e per far questo ha bisogno che Arabia e Israele normalizzino i rapporti.

Israele è inoltre il braccio armato che può tenere a bada l’Iran, per questo i vari Hamas, Hetzbollàh e Huty non avranno più voce in capitolo: Trump è disposto a svuotare Gaza e Putin è d’accordo, perché vede riconosciuta la sua vittoria in Ucraina.

Se Hamas non riconsegnerà presto gli ostaggi Trump scatenerà l’inferno: ricordate il film “il gladiatore”…?

Tutto deve essere proporzionato Trump e Putin a suggello del loro patto semisegreto hanno proceduto a uno scambio di prigionieri, uno contro uno: Israele deve imparare in fretta….!

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Ing. Marco Del Monte

Roma lì, 13 febbraio 2025