TRA FILISTEI ED EBREI NON E’ CAMBIATO NULLA: IL LORO DILEGGIO, LA NOSTRA DIGNITA’ LESA
Nelle precedenti considerazioni abbiamo visto come i filistei, abitanti di Gaza, siano del tutto diversi dagli abitanti della Palestina, che non sono soltanto di religione islamica.
Gli abitanti di Gaza, invece sono un’etnia monolitica che, curiosamente, dà il nome all’ex Giudea-Samaria, oggi Cisgiordania e in fieri Palestina.
La pretesa di considerare tutti palestinesi è un non senso logico ed un vero e proprio oltraggio alla storia e alla geografia; oltretutto quelli che ora sono chiamati “palestinesi” non hanno un legame con quella terra che non esisteva di fatto come loro patria.
L’idea di far coincidere la Palestina di Adriano (163 d. Ch.) con la terra dei palestinesi è venuta ad Arafat dopo il 1973, cioè dopo circa 35 secoli di storia in cui i filistei hanno continuato ad abitare a Gaza e dopo circa 33 secoli dalla discesa di Abramo da Ur Casdìm, cioè dall’Iraq meridionale.
Quando Abramo arrivò nei pressi di Gaza i filistei (ora gazawi) avevano già costituito da tempo un piccolo ma agguerrito regno, con re Avimelech (che curiosamente tradotto dall’ebraico sarebbe “mio padre è re”).
Qui inizia a materializzarsi la protervia e il disprezzo dei filistei nei confronti degli Ebrei: Avimelech rapisce Sara, in modo da poter ricattare Abramo, violandone quindi la dignità.
Midrashìm ed interpretazioni rabbiniche dicono che D. compare in sogno ad Avimelech che intanto era stato colpito da qualche problema e gli fa capire che sarebbe stato bene per lui se avesse restituito Sara al marito; dicono anche che Sara non fu violata da Avimelech perché Isacco, detto con parole moderne, era la fotocopia di suo padre Abramo.
Poi, tra i due viene stipulato un patto per l’utilizzo delle fonti d’acqua (tra l’altro Gaza, al contrario della Cisgiordania ha delle sorgenti di acque di falda purissime, oggi inquinate dalla profondità dei tunnel); questo patto somiglia molto agli accordi sul cessate il fuoco che sono sempre durati il tempo di un sospiro.
La scena si ripete con Isacco e lo stesso Avimelech e continuerà nei secoli.
Vediamo, innanzitutto che la prima cosa che fa Avimelech nei confronti di Abramo è un’offesa alla sua dignità, cosa che non fa Abramo che pure aveva un esercito di quattrocento uomini.
Ci sono stati poi infiniti altri scontri, sempre dall’esito incerto, fino ad arrivare a Sansone, sul quale una volta privato della sua forza, il popolo di Gaza si accanisce accecandolo. Lo trascinano in catene in mezzo ad una folla urlante e lo mostrano per giorni e giorni come l’ebreo vinto ed offeso.
Il massimo disprezzo dei filistei nei suoi confronti fu quello di esporlo in una festa data per il re e lì Sansone chiese a D. di ridargli la forza per salvare la dignità del popolo ebraico: D. lo accontenta e Sansone fa strage di filistei in un palazzo stracolmo.
Ci sono almeno altri due episodi salienti, ma ne potremmo elencare a dozzine: l’episodio di Davide e Golia e l’episodio della battaglia persa da Saul.
Tra i filistei nacque un gigante che, a giudicare da quanto è scritto era più alto e più grosso di un orso greezly che tutte le mattine sfidava il popolo d’Israele lanciandogli i più volgari epiteti; la platea apparecchiata e il palcoscenico di Golia, sembra oggi…!
Davide, il pastorello che poi diventò re, lo abbatte con un colpo di fionda, ma non risulta da nessuna parte che gli ebrei abbiano dileggiato i filistei per questo, anzi ringraziarono D. per aver concesso loro questa vittoria.
Qualche anno dopo ci fu una grande battaglia, in cui Saul, non ostante avesse un esercito più numeroso, si vide strappare l’Arca Santa in mezzo ad un fiume tra lo scherno e il dileggio dei filistei: il grande Saul (che era un guerriero assai valente) perse la guerra e la faccia.
Davide, non ancora re, vince un’altra dura battaglia e riconquista l’Arca, infliggendo ai filistei una sconfitta esemplare, ma non definitiva, come abbiamo visto anche oggi con la riconsegna di tre ostaggi che sembrano usciti dall’inferno.
Le folle oceaniche dell’episodio di Sansone le stiamo purtroppo vedendo col cuore in pezzi: ancora oggi i filistei cercano di toglierci prima di tutto la dignità.
È questo che dobbiamo tenere a mente: noi per loro, che stanno continuando l’opera dei nazisti, siamo considerati non appartenenti alla razza umana ecco perché sono convinto che la pace arriverà solo se i filistei rinsaviranno, oppure quando uno dei due popoli sull’orbe terraqueo non ci sarà più.
Come dice Rav Hillel: va’ e studia, tutto il resto è commento e Gaza che viene descritta dai bravi occidentali come una prigione a cielo aperto è invece un campo di stermino, anche per lo stesso popolo gazawi.