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Comitato internazionale della Croce Rossa…

Ieri poteva essere un giorno di tregua più vera del solito, ma non è stato così, perché la restituzione dei tre ostaggi indicati da Hamas si è trasformata in un macabro balletto girato con sapiente cura dal regista che muove le fila di questi moderni filistei.

Tutto è stato predisposto in modo che il cancello di Auschwitz fosse realmente presente: tre larve umane, marchiate con un numero, in divisa da vittime e costrette al ludibrio generale.

Anche i nazisti filmavano le atrocità commesse, nella speranza  di vincere la guerra e poter portare gli ebrei soltanto nella memoria della storia, senza più “inquinare” la loro aria.

“Mutato nomine, de te narratur”, come diceva Orazio nelle sue satire: al posto dei nazisti, degli uomini col cappuccio da boia e la fascia verde speranza.

La tragicità del momento, però, non ha offuscato il comportamento del Comitato internazionale della Croce Rossa, a dir poco di parte.

Lo statuto di questa associazione benefica recita: “è un’istituzione di carattere umanitario, caratterizzata dall’imparzialità, neutralità e indipendenza. Ha delle responsabilità nel custodire e promuovere il benessere…..”, cosa che non ha fatto a Gaza e ieri lo si è visto in maniera inequivocabile.

Israele ha più volte avvertito che sarebbe stato costretto a fermare o a colpire le ambulanze di questo organismo, perché il più delle volte trasportavano armi o terroristi; ogni volta si sono sentiti e visti sangue e lacrime, ma ogni volta l’asserzione di Israele si è dimostrata vera.

Ieri, addirittura si è visto un funzionario del C.i.d.C.R.. al tavolo con un “capetto” locale firmare il documento di presa in carico degli ostaggi, che prima non aveva mai avuto modo di visitare. Se lo avesse fatto non sarebbe sfuggito all’attenzione che gli ostaggi erano stremati dalla fame, che non erano curati, e nel precedente scambio ad una delle ragazze sono state amputate due dita.

Alla pag. 8 del Corriere della Sera di oggi si legge “la Cri: basta riflettori”, ed è la prima volta che si sente la voce, sia pure flebile, che invita a farla finita con queste sceneggiate macabre.

Sarebbe il caso che questo C.i.d.C.R. facesse un rapporto all’ONU (che non è imparziale per niente), per far si che non si parli più di Croce Rossa (di Vergogna).

A proposito del detto di Orazio, poi, ricordiamo che la Croce Rossa, durante la seconda guerra mondiale, visitò un solo campo di concentramento nazista ed era quello di Terezin, mostrato come un villaggio vacanze, senza camere a gas e senza forni crematori, dove i residenti stavano benissimo; sappiamo che non è così, ma soprattutto ora sappiamo che era un campo di passaggio da cui partivano i treni con destinazione gli altri campi veri.

Al termine delle visite la Croce Rossa faceva le sue relazioni e tutto finiva in gloria: non una domanda almeno volta a farsi chiarire come mai le persone del campo-modello fossero sempre diverse.

In questi anni, almeno dal 1967 in poi, la frattura tra la Croce Rossa e lo Stato di Israele si è fatta sempre più profonda ed evidenziata dagli attriti tra lo stesso C.i.d.C.R. e il Maghen David Adòm.

Forse hanno applicato il ragionamento inverso a quello della Corte Penale Internazionale che pretende di sanzionare anche gli Stati che non ne fanno parte.

Comunque il C.i.d.C.R. è in buona compagnia: Medici senza frontiere (né pudore), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed altri consimili, non hanno mai visto un campo di sterminio di allora né un ostaggio israeliano oggi e non ostante ci siano guerre a iosa e morti dovunque (anche in Libano e in Siria, paese quest’ultimo che ha visto seicentomila morti in poco più di cinque anni) le suddette organizzazioni danno questo segnale di vita: esiste solo Gaza che è ormai lo stato-non-stato più importante del mondo.

Ma chi ci crederebbe al fatto che per circa cinquemila anni Gaza ha fatto vita a sé, senza che mai nessuno se ne prendesse cura…! Difficile da credere che, forse, l’unico momento di prosperità l’ha avuto quando ad amministrarla era Israele, tra il 1967 e il 2005.

Ciò detto, però, le responsabilità del C.i.d.C.R. non diminuiscono, ma aumentano: la scena disgustosa di ieri, senza fare altri commenti ne è la prova più lampante, tanto che pure i giornali filo Hamas stamattina hanno riportato almeno la foto dei tre ostaggi che per gli ebrei di tutto il mondo significano che la Shoà non è finita: Cristo non si è fermato ad Eboli, come invece diceva Carlo Levi.

Lo stesso Corriere della Sera di oggi parla di nuovo Olocausto, ma tutti vorremmo che non ci sfiorasse più nemmeno il dubbio che faccia pensare che la Croce Rossa non sia un organismo imparziale, contrariamente a ciò che recita lo Statuto del Comitato internazionale della Croce Rossa e non una Croce Rossa per la vergogna di non aver adempiuto ai suoi obblighi morali.