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LA STORIA VA IN PEZZI

LA STORIA VA IN PEZZI

Sono passati quasi cinquecento giorni dal 7 ottobre (anche se non mettiamo né il  giorno della settimana né l’anno, ormai il 7 ottobre è scolpito in una pietra e non si cancellerà mai più).
Tutti hanno scritto da diversi pulpiti dando lezione ad Israele su tutto e accusandolo di non conoscere soprattutto cosa sia la proporzionalità.
Il mondo guarda a Gaza come se fosse diventata l’agnello sacrificale, quel capro espiatorio che nella Toràh viene caricato delle colpe di un popolo e che i Cristiani individuano nel Cristo Salvatore che si carica dei peccati del mondo.
Ci si è chiesti mille volte, in questi mesi, come è potuto succedere e più si va avanti peggio è.
La foto al momento fa vedere che a Gaza accadono cose che in altri paesi non sono nemmeno pensabili: magie, miracoli, stravolgimento del tempo, temperature tali da farti sentire sulla luna; ma cosa è successo…?
Siamo ricorsi alla miracolistica, alla magia, alla mitologia greca, alla logica, alla matematica ma senza ottenere risultati: tutti gli occhi su Gaza…!
Proviamo allora a ripassare un po’ di storia. La geografia del posto (con qualche ininfluente variazione) è rimasta immutata dal decimo secolo a. Ch. quando un manipolo di Fenici sfidando il mare aperto partì da Cartagine (che ancora non c’era) e si fermò su quel lembo di terra chiamato ‘aza (Gaza, anche questo rimasto immutabile) dove vivevano di pesca, ma soprattutto di rapine portate all’interno con brevi e sanguinosi assalti pirateschi.
I Cananei li chiamarono phalashtìn (predoni), guardandosi bene dall’attaccarli; gli Ebrei vennero molto dopo, chiamando questi phalashtìn filistei; ma ci torneremo su.
Si dice che i Balcani sono una vera e propria fabbrica di guerre, avendo fatto scoppiare anche la prima guerra mondiale, ma Gaza e il resto del territorio fino al Libano non sono da meno.
Secondo la storia ebraica, Abramo si stabilì nella terra di Canaan circa due secoli dopo, avendo a che fare coi Filistei a causa dei pozzi per l’acqua, così come suo figlio Isacco e suo nipote Giacobbe.
Al di fuori di Gaza la terra compresa tra il mar Mediterraneo e il fiume Giordano non mutò mai il suo status, ospitando varie e ininfluenti tribù: gli Aramei, gli Emorei, i Midianiti ed altri fino a che gli  Ebrei tornarono dall’Egitto e dopo alterne vicende si divisero in due Regni (Israele in Samaria e Giuda in Giudea).
Erano più forti degli altri, ma con i Gazawi non riuscirono mai ad avere il sopravvento.
La Samaria e la Giudea erano considerate terre di passaggio e zone cuscinetto dagli Egiziani a sud e i vari Imperi del nord (Siriaco, Assiro, Babilonese, Persiano, ma soprattutto Romano che ha creato il ginepraio palestinese).
L’imperatore Adriano, domando l’ultima rivolta degli Ebrei nel 163 d. Ch., li punì cancellando (come farà l’ONU nel 1948, che non ha inventato niente se non il caos attuale) la Giudea e la Samaria chiamando questa terra dei Filistei, cioè Palestina.
C’è da chiedersi quale lampo di genio abbia avuto visto che con i Falashtìn di Gaza non aveva voluto avere a che fare; sta di fatto che Adriano inventò il nome che oggi tutti portano sulla punta della lingua.
La Palestina era ed è una terra abitata da molte etnie; i Crociati non la chiamavano Palestina, ma Terrasanta per via delle vicende terrene di Gesù.
Quando arrivò l’Islam, l’ultimo brandello di terra a cedere all’Impero turco ottomano fu proprio Gaza, rimanendo tale, ma cambiando sostanzialmente religione.
Dissoltosi l’Impero ottomano tra le due guerre mondiali e finita la seconda guerra mondiale, i vari paesi diventarono protettorati dell’Inghilterra (Giordania, Cisgiordania, Galilea e Samaria, più la zona dell’attuale Tel Aviv) e della Francia (Egitto, Libano del nord e Libano del sud).
Le varie etnie (tranne che in Egitto, Libano e Giordania) erano disposte a macchia di leopardo mettendo così le basi per l’attuale caos.
Nel frattempo, soprattutto sulle terre attorno a Tel Aviv arrivarono grandi quantità di ebrei scampati ai campi di sterminio e cominciò una lotta che è tutt’ora in corso, che l’ONU fomentò con le sue cervellotiche decisioni, i cui effetti perdurano.
Innanzi tutto non ha tenuto conto che i musulmani hanno insito nella propria fede il rifiuto totale dell’ebraismo e neppure che i paesi come Libano, Giordania ed Egitto non ne volevano sapere di rendere i musulmani della Terra Santa cittadini dei loro stati e qui inizia il dramma attuale.
Siamo nel 1947 e l’ONU prende i famosi righello, squadrette e compasso, prende la cartina di Adriano senza pensarci due volte e traccia i confini di Israele e Palestina (per la prima volta se ne sente parlare).
I paesi cosiddetti fratelli arabi promettono che dallo Stato di Palestina sarebbero stati cacciati gli Ebrei e quindi alloggiarono tutti coloro che non volevano stare nei confini di Israele in campi profughi dove avrebbero mantenuto il loro status fino a guerra vinta.
L’uomo propone e D. dispone e avendo vinto Israele i profughi sono rimasti tali e la Chiesa ha cercato di non creare problemi, se non quello di poter amministrare i luoghi santi.
Il risultato raggiunto dall’ONU è l’attuale caos, sostenuto, armato e rifocillato dall’UNRWA, agenzia che oggi Israele ha cacciato fuori dai suoi confini, essendosi macchiata di complicità nei massacri del 7 ottobre; sul Corriere della Sera di oggi c’è un’intervista al presidente dell’UNRWA, lo svizzero Philippe Lazarini, che afferma che senza questo organismo tutti gli aiuti si bloccheranno.
Notiamo che parla come Cicero pro domo sua e ascrive a questa inutile associazione meriti che non ha mentre non dice una parola sul fatto che ha dovuto licenziare degli addetti e che nelle sue strutture ha nascosto ostaggi ed armi: ce ne vuole di faccia tosta…!
Il problema è che l’ONU, come abbiamo già visto nei giorni scorsi è la vera Hydra di Lerna e le sue braccia sono l’UNESCO, l’OMS, il Cicr (Comitato internazionale croce rossa), varie ong come Medici con unica frontiera Israele.
Per concludere , come Adriano inventò la Palestina, come terra, Arafat inventò i palestinesi ai quali ora occorre uno stato.
Potranno i miracoli di Gaza ottenere pure questo…? L’ONU è una piovra ed ogni tentacolo porta in sé il veleno delle situazioni da cui nasce.