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Segregazione nei trasporti londinesi (2)

  • Opinioni

Il bus londinese 310, che passa ogni venti minuti, compie la tratta Stamford Hill in Hackney – Golders Green, in Barnet. È stato predisposto per venire incontro alle insistenti richieste da parte della Comunità ebraica di un servizio che collegasse questi quartieri; non è una linea esclusiva, nondimeno, è pensata per gli ebrei. Questa è stata la spiegazione fornita dagli uffici del Sindaco di Londra. Più precisamente, il Sindaco Sadiq Khan aveva detto di essere stato colpito dal timore degli ebrei che gli riferirono degli atti ostili subìti al momento di cambiare autobus per spostarsi fra le predette aree. Trattandosi di una linea diretta, non avranno più bisogno del trasbordo. “In un periodo in cui la nostra comunità sta affrontando un antisemitismo senza precedenti, qualsiasi misura che rafforzi la fiducia degli ebrei nell’utilizzo dei trasporti pubblici è immensamente apprezzata”, hanno affermato i co-presidenti del Forum ebraico di Londra Andrew Gilbert e Adrian Cohen. Khan ha detto che la comunità ebraica si batteva da 16 anni per un collegamento di trasporto diretto, e alla BBC ha detto che la comunità ebraica era “spaventata a causa di un aumento di massa dell’antisemitismo dal 7 ottobre dello scorso anno”.

Sempre lo stesso Sindaco, dice che ha “sentito parlare di ebrei di Londra che non lasciano le loro case perché preoccupati per la loro sicurezza. Non voglio che nessun londinese abbia paura di lasciare la propria casa perché è preoccupato per i trasporti pubblici. Penso che dobbiamo riconoscere la paura che provano quei londinesi perché sono ebrei; dobbiamo riconoscere le ondate di odio che gli ebrei provano in tutto il paese ed essere buoni alleati per i nostri amici e vicini ebrei”.

Ove si consideri che secondo i dati della polizia metropolitana di Londra, il numero di crimini d’odio antisemiti nella città è aumentato del 278,9% – con 2.068 reati registrati nei 12 mesi fino a luglio, rispetto all’anno precedente, si avrà modo di capire come le parole del Sindaco sulla durata delle condotte antisemite siano molto politiche e poco realistiche, malgrado trovino un supporto nelle dichiarazioni dei dirigenti comunitari. In sostanza, l’antisemitismo a Londra è aumentato e le relative risposte delle autorità non sono all’altezza.

Alessandro Carlini, sul Corriere del Ticino del 25 ottobre u.s. aveva riferito: “Sono giorni di grande paura per gli ebrei di Londra, che vivono soprattutto nella zona est, come la comunità ultraortodossa fra i condomini di Stamford Hill, e a nord, nel sobborgo periferico di Barnet. Mentre infuria la nuova guerra in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi, la tensione è salita anche nelle strade della capitale britannica, fra le quali si inneggia perfino alla «jihad». Come accaduto sabato scorso nella grande manifestazione di solidarietà alla popolazione di Gaza sotto attacco: un enorme corteo con 100mila partecipanti – una iniziativa senza pari negli altri Paesi occidentali – ha percorso le vie del centro fra bandiere e anche qualche slogan pro-Hamas, e in tutto sono stati compiuti 10 arresti. Troppo pochi per il Governo conservatore di Rishi Sunak che ha scatenato una forte polemica contro i vertici di Scotland Yard in quanto non c’è stato nessun fermo per sospetti di istigazione all’odio ma solo per infrazioni minori all’ordine pubblico”.  Il 17 agosto u.s., sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia aveva ricordato che in una cittadina dello Yorkshire polizia e autorità locali si erano rifiutate per anni di indagare su centinaia di abusi sessuali, corredati da riduzione in schiavitù e avviamento alla prostituzione, commessi da minoranze etniche, per timore di recare offese. Insomma, la situazione generale e il contesto in cui tutto avviene, sono tutt’altro che idilliaci. Nel farlo, Galli della Loggia aveva pure segnalato come acquisire i dati riguardanti la sua denuncia.

A questo punto, possiamo tirar fuori il ricordo della statunitense Rosa Louise Parks, la quale divenne famosa per aver rifiutato nel 1955 di obbedire alla regola di cedere il proprio posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio dei bus a Montgomery. Nel nostro caso, ricorderei che nel 1896, la Supreme Court americana sostenne la c.d. separate but equal doctrine nei trasporti. Il 5 giugno 1956, la corte distrettuale federale stabilì nel caso Browder v. Gayle che la segregazione sugli autobus era incostituzionale e nel novembre 1956 la Corte Suprema degli Stati Uniti, in Browder v. Gayle, abrogò le leggi che richiedevano posti a sedere separati sugli autobus pubblici. Il fatto che qui le vittime chiedono a gran voce la segregazione, in stile sudafricano piuttosto che inglese, per paura di essere abusati, non cambia niente. Non cambia niente, perché c’era la possibilità di proteggere gli ebrei col ricorso alle forze dell’ordine e alla magistratura. Ma non se la sentivano, e se tutto questo è nato sotto i conservatori, bisogna dire che è sbocciato sotto i laburisti, ai quali questa situazione mortificante non sembra tale né per loro né per gli ebrei. Forse sarebbe opportuno dedicarsi un poco meno a parlare del tempo (mi riferisco ai numerosi convegni sul sesso degli angeli) e un poco di più all’eversione diffusa della logica, del buon senso e della decenza, e pazienza se tutto ciò è parecchio démodé.  Infine, visto che da noi vi è la Runipace, un’estesa rete universitaria per la pace, munita di una rilevantissima struttura e di una notevole articolazione, sarebbe opportuno che inserisse questa problematica all’ordine del giorno, se non altro perché, come si dice in Spagna, “la caridad bien entendida empieza por casa”.  Prima di badare a ciò che succede in Asia, diamo un’occhiata a quel che accade in Europa, perché altrimenti sarà davvero difficile riuscire a capire.  Crediamo di poter risolvere i problemi del mondo, ma se vogliamo farlo per davvero, proviamo ad affrontare quelli del nostro continente.